Chi ama le etichette
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Nasciamo e ci appiccicano subito unâetichetta.
Pensate a tutti i nomignoli piÃđ o meno felici che parenti e amici di famiglia hanno voluto darci nel tempo.
Nomi che diventano come uno steccato, un recinto dove inconsciamente, ci abituiamo a stare, o pensiamo di dover stare perchÃĻ in fondo gli altri ci vedono cosÃŽ.
E poi cresciamo e ancora si aggiunge lâetichetta del progressista o del conservatore, di essere di destra o di essere di sinistra e cerchiamo di adattare i nostri pensieri e le nostre convinzioni a questi recinti.
Come se il recinto fosse la nostra area di confort. Ci riconosciamo e dunque quanto bene riusciamo a rimanere in questo pezzo di mondo con le persone che ci vedono come loro e dunque anche noi e loro insieme nella nostra area di confort.
Ancora mi viene in mente come addestrano gli elefanti in India.
Fin da piccoli li legano con una catena ad un paletto, vincolando loro ogni movimento.
Cresciuti, gli elefanti sono ormai consapevoli che quello ÃĻ il loro mondo e dunque non potranno uscire da quell’area delimitata dal percorso e della lunghezza della catena.
Le etichette sono un pÃē come la catena del povero elefante indiano.
Nelle nostre imprese di famiglia, quanto ÃĻ facile trovare genitori che ormai hanno identificato nel âpiccoloâ lâetichetta per il futuro direttore generale, ormai cinquantenne, che per le sue caratteristiche di essere âpiccoloâ non ÃĻ ancora pronto a guidare lâimpresa.
E ovviamente questo succede anche nelle imprese multinazionali.
Proprio durante una sessione di coaching ad un manager, mi confronto proprio su questo aspetto. Lâorganizzazione per unâinsieme di episodi ti appiccica una etichetta. Eâ âusualeâ che nelle organizzazioni si ricerchi la âcatalogazioneâ.
Tuttavia, il rischio, ÃĻ di lasciarsi andare e ritenere che lâetichetta sia quella giusta e che coincida con il proprio âessereâ.
Magari ci fa comodo, ci porta in unâarea di comodità , nella quale stiamo bene perchÃĻ ci identificano con una persona efficiente e produttiva.
Poi scavando ci si accorge che siamo diversi. Che la nostra indole, la nostra identità , ci porterebbe in realtà ad essere molto diversi.
Scoprire il nostro potenziale, le nostre attitudini, la nostra personalità .
Essere unici e distintivi non ÃĻ soltanto lo slogan per un prodotto ÃĻ anche per ciascuno di noi il tentativo di comprendere chi siamo e cosa realmente vogliamo essere.
Riconoscerlo e riconoscersi ÃĻ il primo passo per la costruzione di una vita migliore.